ricominciare dopo un crollo | Counselor Torino

Verità che scopri solo dopo quando tutto crolla

Beatrice Lencioni

Ci sono momenti in cui tutto sembra crollare.
Ti senti perso, stanco, senza direzione.
Eppure, proprio lì, dentro quel caos, la vita ti sta parlando. Ti sta mostrando ciò che è davvero essenziale.
A volte il dolore non distrugge, ma apre.
E dietro ogni fine, se resti, nasce sempre un nuovo inizio.

Ricordo bene un tempo della mia vita in cui niente aveva più forma. Tutto ciò che mi era familiare sembrava dissolversi: abitudini, persone, punti di riferimento. Avevo la sensazione che anche il pavimento sotto i piedi si fosse incrinato. E in mezzo a quella fragilità, una domanda mi si è imposta con forza: “E adesso, chi sono, se non sono più ciò che ero?”

Non era una domanda che volevo ascoltare. Ma è proprio in quel silenzio, dentro quel vuoto, che la vita ha iniziato a insegnarmi ciò che nessuno mi aveva mai detto: non puoi rinascere se non accetti di perdere prima qualcosa di te.

 

Quando tutto cade, resti nudo di fronte a te stesso. Senza ruoli, senza le maschere che usi per farti accettare, senza i “devo” che ti tengono al sicuro. Ti resta solo la verità. E anche se all’inizio fa male, quella verità è il punto da cui tutto può ripartire.

È come se la vita, in certi momenti, ti togliesse ciò che ti distrae, per mostrarti chi sei davvero. Non per punirti, ma per ricordarti che dentro di te c’è molto più di quello che hai perso.

A volte il dolore è solo la forma con cui la verità bussa quando non vuoi ascoltarla. Ti ferma, ti spoglia, ti costringe a respirare di nuovo. E se resti, se non scappi via troppo presto, inizi a vedere che da quelle crepe entra la luce.

 

Le verità più profonde arrivano sempre dopo. Dopo che hai pianto, dopo che hai resistito, dopo che hai smesso di voler capire tutto. Solo quando la polvere si posa riesci a vedere cosa è rimasto in piedi. E quasi sempre scopri che ciò che resta è proprio ciò che conta.

Una delle prime verità che ho imparato è che non puoi controllare tutto. E va bene così. La vita non è un piano da seguire, è un’esperienza da attraversare. Ogni volta che cerchi di trattenere ciò che vuole andare, finisci per allontanarti da te stesso. Lasciare andare, invece, non è perdere. È fare spazio a ciò che vuole nascere.

La seconda verità è che non tutti i dolori sono nemici. Alcuni arrivano per liberarti da forme troppo strette, da storie che ti contengono ma non ti rappresentano più. Come un serpente che cambia pelle, anche tu, a volte, devi lasciare che qualcosa cada, per poter respirare di nuovo.

E poi c’è la terza: non serve essere forti sempre. La forza non è resistere a tutto. La vera forza è ammettere quando qualcosa ti fa male, quando non ce la fai, quando hai bisogno di aiuto. Non è debolezza, è umanità. E forse è proprio in quel momento, quando ti concedi di essere fragile, che inizi davvero a guarire.

 

Poi, senza sapere come, qualcosa cambia. Forse è un gesto semplice: una passeggiata al sole dopo giorni di pioggia, una voce che ti chiama per nome, un sorriso che non ti aspettavi. Un piccolo segno che ti ricorda che la vita, anche dopo il dolore, continua a scorrere.

Così accade la rinascita. Non con grandi annunci, ma con piccoli respiri. Ti accorgi che non stai più pensando solo a ciò che hai perso, ma a ciò che puoi creare. E in quell’attimo, anche se non te ne rendi conto, stai già ricominciando.

Nel mio lavoro come counselor relazionale a Torino, incontro spesso persone che arrivano dicendo: “Non ho più nulla”. Ma poi, passo dopo passo, scoprono di avere ancora tanto: la loro voce, la capacità di sentire, la dignità, il valore. La crisi non cancella chi sei, ti mostra chi eri davvero sotto tutto ciò che ti copriva.

Puoi leggere qualcosa in più sul mio approccio direttamente su beatricelencioni.it, oppure, se senti che questo è il tuo momento per parlare con qualcuno, puoi prenotare un colloquio gratuito online. A volte basta condividere una parola, per iniziare a respirare di nuovo.

 

Quando tutto si sgretola, ti resta solo l’essenziale: non le certezze, ma le verità. Non le apparenze, ma le relazioni autentiche. Non i ruoli, ma la tua essenza. E allora scopri che puoi vivere anche senza le cose che credevi indispensabili.

Il crollo, paradossalmente, ti restituisce a te stesso. Ti fa meno perfetto, ma più reale. E proprio lì, dove non c’è più niente da dimostrare, nasce una pace diversa. Una fiducia nuova: quella che non si fonda sul controllo, ma sull’aver attraversato.

Hai visto cosa significa cadere, e sai che puoi rialzarti. Hai conosciuto la paura, e sai che non ti distrugge. Hai perso tanto, eppure sei ancora qui. Forse non sei più come prima — ma sei più vero, più integro, più tuo.

 

Molti pensano che “ricominciare” significhi tornare alla vita di prima. In realtà, ricominciare è accettare che quella versione non esiste più. È imparare a vivere con ciò che hai scoperto di te nel mezzo del caos. A smettere di inseguire modelli, approvazioni, ruoli, e scegliere finalmente il tuo ritmo.

E allora succede una magia semplice ma potente: inizi a dire “no” quando serve, inizi a scegliere la calma invece della corsa, la presenza invece del rumore. Scopri che puoi essere felice anche senza capire tutto, anche solo per un istante, anche solo per oggi.

 

Nei momenti difficili non tutti restano. Ma chi resta, ti insegna la verità più preziosa: l’amore non è presenza costante, è presenza vera. Chi resta quando sei nel buio, chi non ha fretta di aggiustarti, chi ti sussurra “non serve che tu sia forte oggi”, quelle persone diventano radici nuove.

E se senti di non avere nessuno accanto, ricordati che puoi cercare sostegno. Non devi farcela da solo. A volte un ascolto autentico è il primo passo verso la guarigione. Puoi trovarlo scrivendomi tramite la pagina contatti: il primo colloquio è gratuito, e serve proprio a capire insieme da dove si può ripartire.

 

La rinascita non ha scadenze. Arriva piano, come la luce dell’alba che non puoi forzare ma sai che tornerà. All’inizio ti sembrerà strano sorridere, poi un giorno lo farai di nuovo, senza pensarci. Non perché tutto sia risolto, ma perché dentro di te è cambiato qualcosa: hai fatto pace con il dolore.

Rinascere non significa dimenticare ciò che ti ha ferito, ma riconoscere che anche quel dolore ha avuto un senso. È come guardare una cicatrice e dire: “Sì, è successo, ma ora posso andare avanti”. Le cicatrici non sono segni di debolezza, ma di coraggio. Sono la prova che sei sopravvissuto a qualcosa che pensavi ti avrebbe distrutto.

 

E, passo dopo passo, impari a guardare il mondo con occhi nuovi. A non dare più nulla per scontato. A scegliere le persone che ti fanno sentire pace, non quelle che ti mettono alla prova. A fidarti delle sensazioni, anche quando non sai spiegarle. A comprendere che la vita non va capita, ma vissuta.

Ogni volta che crolli e ti rialzi, diventi un po’ più te stesso. Più intero, più consapevole, più vero. E forse è proprio questo il senso delle verità che scopri solo dopo: non evitarle, ma lasciarle trasformarti.

 

Le verità più importanti non le leggi nei libri, le vivi. Ti si scrivono addosso, come il respiro di chi ha amato, perso, ricominciato. Arrivano dopo, quando pensi che sia tutto finito e invece scopri che qualcosa dentro di te sta germogliando.

Così, quando tutto sembra crollare, ricordati: non devi sapere come andrà. Devi solo restare. Un passo alla volta, un respiro dopo l’altro.

E se hai bisogno di una voce che ti accompagni in questo attraversare, sappi che puoi contattarmi. Sono qui, come counselor, ma soprattutto come persona che ha imparato — anche lei — che le verità più vere arrivano sempre dopo. Dopo il dolore, dopo la caduta, dopo il silenzio. Ed è proprio lì, quando tutto sembra finire, che inizia la vita che ti appartiene davvero.

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