Rispetto e amore: due linguaggi da imparare insieme
Beatrice LencioniCondividi
“Vorrei solo sentirmi rispettata.”
“Vorrei solo essere amato per come sono.”
Quante volte nella tua vita ti sei trovato o trovata a pensare una di queste due frasi? Magari senza dirle ad alta voce, ma portandole dentro come un desiderio muto, un nodo al petto che si stringe ogni volta che una relazione — d’amicizia, d’amore o familiare — ti fa sentire invisibile, giudicato, fuori posto.
Io stessa, come counselor, ho camminato accanto a tante persone che cercavano, a volte senza saperlo, proprio questo: imparare a parlare — e a capirsi — nei linguaggi profondi del rispetto e dell’amore. E no, non è un dono innato. È qualcosa che si impara. Insieme.
Il rispetto non è gentilezza formale. È presenza
Quando parliamo di rispetto, spesso pensiamo alle buone maniere. Al “per favore” e “grazie”, al lasciare spazio, all’evitare i giudizi troppo espliciti. Ma il rispetto, nella sua essenza più autentica, è un’altra cosa.
Il rispetto vero è silenzioso ma potente: è ascoltare l’altro senza sovrapporgli la nostra idea di come dovrebbe essere. È stare, davvero, con qualcuno.
È lo sguardo che dice: “Ti vedo per come sei, non per come ti vorrei”.
E questo vale anche per noi stessi. Perché il rispetto è anche accogliere la nostra vulnerabilità senza coprirla con maschere troppo strette.
In una relazione, il rispetto non è l’assenza di conflitto. È piuttosto la capacità di affrontare il conflitto restando presenti, senza calpestarsi, senza umiliarsi. È la libertà di dire “non sono d’accordo” senza temere di essere abbandonati o messi da parte.
E allora sorge spontanea una domanda: come si fa a comunicare rispetto?
Con parole scelte con cura, certo, ma soprattutto con i silenzi che accolgono. Con gesti piccoli e quotidiani. Con lo spazio dato all’altro anche quando le sue emozioni ci mettono a disagio. Con la capacità, faticosa ma vitale, di sospendere il giudizio.
L’amore non è fusione. È riconoscimento
Molti confondono l’amore con il bisogno. Con la simbiosi. Con il sentirsi “una cosa sola”. Ma l’amore maturo è un’altra cosa.
Amare davvero qualcuno — o se stessi — significa riconoscerne l’unicità. È vedere l’altro nella sua interezza, con le sue luci e le sue ombre, e scegliere comunque di esserci.
L’amore che cura non invade, non pretende, non trasforma.
L’amore che cura dice: “Ci sei. Ti accolgo. Non devi cambiare per farmi contento.”
Ed è proprio in questo spazio sicuro che l’altro può crescere, può fidarsi, può imparare a essere.
Molte relazioni entrano in crisi perché le persone non parlano lo stesso linguaggio dell’amore. Uno dei due cerca sicurezza, l’altro cerca libertà. Uno esprime amore attraverso la presenza fisica, l’altro con le parole. Nessuno dei due è “sbagliato”. Ma se non imparano a tradursi, a conoscersi nei propri bisogni più profondi, finiscono per farsi male.
L’amore richiede dialogo. Non solo quello fatto di parole, ma anche quello fatto di ascolto silenzioso, di sguardi, di attese, di pazienza.
Un dialogo che si può imparare.
Due linguaggi intrecciati: imparare rispetto e amore insieme
È facile dire “io ti amo”, ma molto più difficile dire “ti rispetto davvero”.
Eppure, senza rispetto, l’amore si trasforma in possesso.
Senza amore, il rispetto si svuota di calore e diventa solo educazione.
Per questo motivo, imparare entrambi questi linguaggi — insieme — è essenziale per costruire relazioni sane, profonde e nutrienti.
Non esiste una formula universale, ma esistono percorsi.
Percorsi in cui si impara a riconoscere i propri limiti e quelli dell’altro.
In cui si accetta che l’amore non è la soluzione ai problemi, ma lo spazio in cui possiamo affrontarli insieme.
In cui si scopre che rispettare non significa dire sempre sì, e che amare non significa annullarsi.
Come nasce questo apprendimento? Dalle relazioni che ci hanno cresciuti
Nessuno arriva all’età adulta “vergine” di relazioni. Siamo il risultato delle dinamiche che abbiamo vissuto: genitori presenti o assenti, amore ricevuto o elemosinato, parole dure, carezze mancate.
Molti di noi hanno imparato che l’amore va guadagnato. Che il rispetto è un premio da meritare. Che il valore dipende da quanto si è utili, prestanti, adeguati.
E così, cresciamo con l’idea che essere amati significhi piacere, non essere autentici.
Che essere rispettati significhi non dare fastidio, non essere ascoltati davvero.
Riapprendere questi concetti da adulti è un atto rivoluzionario. È come reimparare a camminare su nuove gambe, più stabili, più forti.
È un percorso di consapevolezza che, se vuoi, puoi iniziare anche tu, magari partendo da un primo colloquio gratuito online per raccontarti in uno spazio accogliente e non giudicante.
Parlare un linguaggio nuovo: come iniziare a trasformare le relazioni
Chi ha vissuto relazioni disfunzionali, chi si è sentito poco ascoltato o poco visto, potrebbe sentirsi spaesato all’idea di imparare un nuovo modo di relazionarsi.
“Ma come faccio a riconoscere quando c’è rispetto? Come posso sapere se quello che provo è amore o dipendenza?”
La risposta non è teorica, ma esperienziale. Si impara facendo.
Si impara osservando le proprie emozioni quando si è con l’altro.
Si impara dando valore ai segnali del corpo, come suggerisco spesso nei miei percorsi.
Si impara attraverso l’ascolto profondo, che è alla base del counseling relazionale.
Una relazione basata su rispetto e amore ti fa sentire più espanso, non più chiuso. Ti dà respiro. Ti permette di dire “no” senza paura. Ti fa sentire libero di essere vulnerabile.
Non si tratta solo di “essere gentili” o di “fare i bravi”.
Si tratta di costruire uno spazio dove ci si può incontrare davvero.
Quando imparare rispetto e amore diventa un atto di cura
Curarsi, prendersi sul serio, voler bene a sé e agli altri: tutto questo passa dal modo in cui trattiamo noi stessi e le nostre relazioni.
Chi non ha ricevuto rispetto tenderà a svalutarsi.
Chi non ha ricevuto amore farà fatica a fidarsi.
Eppure, possiamo cambiare rotta. Possiamo riconoscere che non siamo condannati a ripetere gli schemi. Possiamo scegliere nuove strade.
E se ti stai chiedendo da dove cominciare, ti direi: inizia a porti una domanda sincera.
“Questa relazione mi fa sentire libero o intrappolato? Mi fa crescere o mi toglie energie?”
A volte basta il coraggio di nominare ciò che proviamo.
Altre volte serve l’aiuto di una figura esterna, che ti aiuti a leggere ciò che accade in modo nuovo.
Sul mio sito beatricelencioni.it trovi informazioni su questo tipo di percorso, che non ha l’obiettivo di curare, ma di ascoltare e accompagnare.
La fatica del cambiamento e la bellezza che ne nasce
Non voglio raccontarti favole. Imparare nuovi linguaggi emotivi è faticoso.
A volte si ricade nei vecchi meccanismi. A volte ci si sente inadeguati. Ma è proprio in questo spazio di incertezza che accade qualcosa di prezioso: si cresce.
Io ho visto persone rialzarsi da relazioni tossiche e imparare a dire “basta”.
Ho visto uomini riscoprire la propria tenerezza e donne abbandonare il bisogno di compiacere tutti.
Tutto questo nasce quando rispetto e amore smettono di essere parole astratte e diventano scelte quotidiane.
Scelte che si fanno nel dialogo, nello scontro costruttivo, nella pausa prima di rispondere, nel dire “non ho capito, spiegamelo meglio”.
Insegnare rispetto e amore ai più giovani (ma anche ai grandi)
Nessuno ci ha insegnato davvero cosa significhi rispettare o amare.
Molte scuole non parlano di emozioni. Molte famiglie non ne hanno gli strumenti.
Ma ogni giorno è buono per imparare. E per insegnare.
Anche con gesti piccoli: dire grazie, chiedere scusa, accogliere un’emozione senza sminuirla.
Anche in coppia, quando si decide di riscrivere insieme nuove regole, nuove abitudini, nuovi modi di stare.
E se sei genitore, educatore, compagna, collega o amico… sappi che ogni tuo gesto comunica qualcosa. Ogni tua reazione insegna. Ogni tuo silenzio dice.
Puoi essere tu la prima persona che rompe un ciclo.
E insegna, con la tua presenza, che il rispetto non si merita: si dà. Che l’amore non si conquista: si offre.
Rispetto e amore: la base di una nuova umanità
Siamo in un’epoca in cui tutti parlano, ma pochi ascoltano. In cui la fretta ha sostituito l’empatia. In cui le relazioni sembrano fragili, usa-e-getta.
Eppure, mai come ora abbiamo bisogno di rispetto e amore.
Non come concetti da libro, ma come linguaggi quotidiani.
Come gesti, come parole, come modi di esserci.
Come scelte.
Scelte che puoi fare anche tu.
A partire da oggi.
Se senti che questo argomento ti riguarda da vicino, se hai vissuto relazioni in cui questi due linguaggi mancavano o venivano distorti, sappi che puoi impararli. Con calma. Con delicatezza. Con qualcuno accanto.
E se vuoi iniziare un percorso di questo tipo, puoi contattarmi qui per avere maggiori informazioni o semplicemente raccontarmi cosa stai attraversando.
Rispetto e amore non sono superpoteri.
Sono strumenti.
E come tutti gli strumenti, si possono apprendere.
Insieme.
Con pazienza, ascolto e un pizzico di fiducia.
Proprio come facciamo in ogni incontro, ogni giorno, su beatricelencioni.it.