camminare sulle uova | Beatrice Lencioni Counselor

Hai imparato a camminare sulle uova: quando il corpo indossa il peso del silenzio

Beatrice Lencioni

Tempo di lettura stimato: 10 minuti


In breve: Chi cresce in un ambiente familiare teso impara spesso a "farsi piccolo" e a sopprimere le proprie reazioni per non disturbare ("camminare sulle uova"). Questo stato di allerta perenne costringe il corpo a vivere in apnea e in difesa. Spesso, questa tensione emotiva si somatizza attraverso il cortisolo cronico, che può portare a gonfiore addominale o a un corpo che "trattiene" peso come forma di protezione, indipendentemente dalla dieta.


Introduzione: La fatica di essere invisibili, tensione corporea e Counseling a Torino

C'è una stanchezza che non si risolve dormendo e un senso di pesantezza che non sempre si vede sulla bilancia, ma si sente addosso, come un cappotto bagnato che non riesci a togliere.

Nel mio studio di Counseling a Torino, ascolto spesso storie di persone – donne e uomini – che si sentono "bloccate". Magari seguono un'alimentazione corretta, si muovono, fanno tutto "bene", eppure il loro corpo sembra rigido, gonfio, sempre sulla difensiva.

Se ti fermi un attimo ad ascoltarti, potresti scoprire che quella tensione non nasce a tavola. Nasce molto prima. Nasce da un'abitudine antica, appresa forse quando eri molto piccolo: quella di dover camminare sulle uova.

Oggi voglio parlarti non di calorie, ma di spazio. Di quanto spazio ti è stato permesso occupare nel mondo e di come il tuo corpo, oggi, potrebbe star raccontando la storia di tutti quei momenti in cui ti sei dovuto trattenere.

Cosa significa "Camminare sulle uova": il ruolo del Pacificatore in famiglia e lo stress infantile

Immagina un bambino che rientra a casa da scuola. Prima di aprire la porta, si ferma. Ascolta. Cerca di capire "che aria tira" oggi. La mamma è nervosa? Papà è arrabbiato? In quel preciso istante, il bambino attiva un radar. Se c'è tensione, il suo compito inconscio diventa uno solo: non aggiungere problemi. Sparire. O diventare il pacificatore.

Questo ruolo, spesso assunto dal figlio più piccolo o da quello più sensibile, richiede una disciplina ferrea: bisogna muoversi senza fare rumore, ingoiare le proprie paure o la propria rabbia per non turbare l'equilibrio precario della famiglia, ed essere "facili", accondiscendenti, invisibili.

Vivere in apnea: le conseguenze di trattenere le emozioni sul corpo

Vivere "camminando sulle uova" significa vivere con il freno a mano tirato. Significa che ogni tuo movimento spontaneo viene bloccato sul nascere da un pensiero inconscio: "Se mi muovo troppo, se alzo la voce, se chiedo, qualcosa si rompe". E così, impari a trattenere. Trattieni il respiro. Trattieni le parole. Trattieni le emozioni. E il tuo corpo, fedele compagno, impara a fare lo stesso: trattiene.

Per approfondire come le dinamiche familiari influenzano il nostro presente, puoi visitare la mia pagina principale.

Il corpo in trincea: come il cortisolo e lo stress cronico creano l'armatura addominale e il gonfiore

Non è detto che se hai vissuto questo ruolo tu debba per forza avere problemi di peso. Ma è molto frequente che chi ha imparato a "stare in allerta" sviluppi un rapporto conflittuale con la propria zona addominale. Perché? Perché biologicamente, la paura e la soppressione attivano il sistema di difesa.

Quando il cervello percepisce che l'ambiente non è sicuro (perché devi stare attento a cosa dici o fai), invia un segnale di pericolo costante. Le ghiandole surrenali rispondono rilasciando cortisolo. Se questo stato dura per anni, il corpo può reagire in modi specifici.

Può manifestarsi un gonfiore da "apnea": chi vive in allerta tende ad avere una respirazione alta, toracica; il diaframma resta bloccato, massaggia male l'intestino e crea tensione e gonfiore cronico. C'è poi un bisogno di protezione: in natura, gli animali vulnerabili proteggono le parti molli (la pancia). Un corpo che si sente "sotto attacco" emotivo può tendere a costruire una barriera fisica – un accumulo di adipe o tensione muscolare – proprio sull'addome, come fosse uno scudo. Infine, si verifica un rallentamento delle funzioni: se sono occupato a "sopravvivere" e a monitorare l'ambiente, non posso rilassarmi e "lasciar andare". Questo vale per le emozioni, ma può riflettersi anche nel metabolismo e nella digestione.

Non è una questione di "grasso" nel senso estetico. È una questione di densità. Il corpo diventa duro, impenetrabile, per non sentire male.

Segnali psicosomatici: come capire se il tuo corpo sta ancora proteggendo la famiglia d'origine

Come capire se la tua sensazione di pesantezza è legata a questo vecchio ruolo? Ecco alcuni spunti di riflessione che emergono spesso durante i colloqui online o in studio.

Potresti notare una costante paura di disturbare: anche da adulto, ti scusi spesso, anche quando non serve, sentendoti in colpa se occupi spazio o tempo altrui. Potresti avere la pancia "dura", con l'addome sempre contratto anche a riposo, come se ti aspettassi un colpo. Spesso si accompagna a una difficoltà a rilassarsi davvero, provando un'ansia di fondo appena ti fermi, come se dovessi fare qualcosa per renderti utile. Infine, potresti provare una fame di conforto, cercando cibi che ti diano quella sensazione di "abbraccio" o riempimento che ti è mancata, specialmente quando ti senti solo o non visto.

Dal trattenere al lasciare andare: come il Counseling Relazionale aiuta a sciogliere l'armatura emotiva

Se ti riconosci in queste parole, la soluzione non è (solo) una dieta più rigida. Anzi, spesso la rigidità verso se stessi non fa che replicare quello schema severo dell'infanzia. Il lavoro che facciamo insieme nel Counseling Relazionale non serve a "curare" la tua pancia, ma a dare voce a quella parte di te che è rimasta in silenzio per paura di rompere le uova.

Il primo passo è riconoscere la paura di muoversi, accorgendosi di quanto ancora oggi, nelle relazioni di coppia o sul lavoro, tu stia "camminando in punta di piedi". Di cosa hai paura se fai rumore? Chi temi di deludere?

Successivamente, lavoriamo sul diritto di occupare spazio e sul permesso di esistere anche quando sei "scomodo". Imparare a dire un "No" senza sentirsi in pericolo di vita abbassa drasticamente i livelli di allerta del sistema nervoso. Quando la mente capisce che "ora sono al sicuro, posso essere me stesso", il corpo smette di ricevere l'ordine di stare in trincea.

Spesso, quando le persone iniziano a esprimere le emozioni che hanno trattenuto per decenni (rabbia, tristezza, bisogno), il corpo cambia e si riesce a sciogliere l'armatura. La pancia si ammorbidisce. Il respiro scende. Quel gonfiore difensivo non ha più ragione di esistere, perché non serve più proteggersi da un nemico invisibile.

Conclusione: ritrovare il diritto di esistere e prenotare un colloquio a Torino o online

Forse la tua bilancia è ferma, o forse no. Ma se senti che il tuo corpo è un luogo di lotta e tensione, sappi che non è colpa della tua mancanza di volontà. Il tuo corpo ha fatto del suo meglio per proteggerti in un ambiente che percepivi fragile. Ha indossato un'armatura per permetterti di sopravvivere.

Ora, però, puoi ringraziarlo e dirgli che la guerra è finita. Puoi smettere di camminare sulle uova e iniziare a camminare sulla terra ferma, con tutto il tuo peso, con tutto il tuo diritto di esserci.

Se senti che è arrivato il momento di lasciare andare questi vecchi schemi di difesa, ti aspetto per parlarne. Il primo colloquio è gratuito e serve proprio a capire se questo approccio risuona con la tua storia.

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