Imparare a ricevere un complimento: quando dire “grazie” diventa un atto di guarigione
Beatrice LencioniCondividi
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Molte persone si sentono a disagio quando ricevono un complimento. Non è mancanza di umiltà, ma una ferita antica: la paura di essere viste o giudicate. Imparare a ricevere un complimento significa permettersi di credere di meritare cose belle, iniziando da un semplice “grazie”, senza scuse, senza minimizzare, senza spostare l’attenzione.
Perché minimizziamo i complimenti: difficoltà a ricevere complimenti
La prossima volta che qualcuno ti fa un complimento, nota la tua reazione automatica. Forse arrossisci, forse sorridi imbarazzata. Forse dici: “ma no dai, non è niente”, o restituisci subito l’elogio per spostare l’attenzione altrove.
Non è umiltà. È un meccanismo di difesa. È la voce di una bambina che ha imparato che essere vista è pericoloso. Che ogni volta che qualcuno la guardava con ammirazione, arrivava subito dopo una delusione, una pressione o una critica.
Non è umiltà ma protezione: accettare un complimento
Molte persone credono che rifiutare un complimento sia segno di modestia. In realtà, spesso è un modo inconsapevole per proteggersi dal dolore. Hai imparato a minimizzarti perché un tempo essere notata portava conseguenze: gelosia, aspettative, confronti.
Da bambina hai registrato un’equazione devastante: attenzione = pericolo. Così, da adulta, ti sei costruita un sistema di sopravvivenza fatto di ironia, sminuimento, discrezione. Ma quella protezione, oggi, è diventata autosabotaggio.
Ironia come difesa: perché scherziamo sui complimenti
Una delle strategie più sottili con cui difendiamo la nostra vulnerabilità è l’ironia: ridere di noi stesse prima che possano farlo gli altri, sminuirci, cambiare argomento. È una difesa preventiva: se mi faccio piccola da sola, nessuno potrà ferirmi facendolo.
Quella bambina che un tempo si è sentita umiliata ha imparato che è più sicuro controllarsi da sé che rischiare di essere derisa. Ma quella protezione, oggi, non serve più. Accettare un complimento senza ironia è un modo per dire: “Posso essere vista senza nascondermi dietro una battuta.”
Paura di prendersi il merito: credenze su arroganza e presunzione
Forse hai visto qualcuno “punito” per essersi vantato. Forse hai imparato che riconoscere i tuoi meriti è segno di arroganza. Che dire “sono stata brava” è presunzione.
E così, ogni volta che qualcuno ti riconosce un valore, dentro di te si attiva una paura invisibile: “Se dico che è vero, verrò giudicata.” Allora sposti l’attenzione, dividi il merito con tutti, lo attribuisci alla fortuna, lo nascondi dietro un “ma no, non è niente”. Ma quella non è generosità: è auto-cancellazione.
La ferita del non sentirsi abbastanza: bassa autostima
Forse c’è una voce dentro di te che invalida ogni riconoscimento esterno. È la voce di un genitore critico, o di un ambiente dove non eri mai abbastanza. Niente di ciò che facevi bastava: non abbastanza brava, non abbastanza bella, non abbastanza forte.
Quando qualcuno ti fa un complimento, quella parte di te si ribella: “non può essere vero”. Perché quel riconoscimento contraddice la narrazione profonda che hai di te stessa: “non valgo abbastanza”. Ecco perché imparare a ricevere un complimento non è un gesto superficiale: tocca il cuore della tua autostima.
Spostare l’attenzione sugli altri: non è generosità ma auto-cancellazione
Hai imparato che occupare spazio è sbagliato. Che la luce deve essere degli altri. Che ricevere attenzione è egoismo. Così hai costruito una convinzione profonda: gli altri meritano più di te. Hai imparato a dare luce, ma mai a prenderla.
Ogni volta che ti dicono “brava”, rispondi parlando di qualcun altro, come se tu non contassi. Ma spostare l’attenzione non è generosità: è rinuncia a te stessa. E quella rinuncia, a lungo andare, pesa come un’assenza dentro.
Il corpo che si contrae quando arriva la luce: sicurezza e sistema nervoso
Accettare un complimento non è solo questione di parole: è un’esperienza fisica. Lo senti nel petto, nella gola, nello stomaco. Un piccolo nodo che dice: “sto per essere vista”. Nel nodo c’è la memoria di tutte le volte in cui essere notata ha significato pressioni, aspettative o gelosia.
La guarigione comincia nel corpo: respirando, restando, lasciando che la sensazione passi senza scappare.
Storia personale della counselor: imparare a dire grazie
Ricordo la prima volta che una persona, durante una formazione, mi disse: “Beatrice, la tua calma mi fa sentire al sicuro.” Sorrisi, ma dentro qualcosa si agitò. Avrei voluto dire: “non è vero”, oppure “sei tu che sei gentile”.
Ho capito col tempo che non era il complimento a spaventarmi, ma la vulnerabilità che ne deriva. Oggi, quando qualcuno mi dice “grazie a te mi sento meglio”, riesco a rispondere solo: “Grazie.” E lascio che quella parola rimanga, senza giustificazioni.
Come imparare a ricevere un complimento: esercizi pratici
Esercizio rapido. Nota la tua reazione. Poi respira. E prova semplicemente a dire: “Grazie.”
Senza minimizzare. Senza giustificare. Senza spostare l’attenzione. Senza scusarti. Solo “grazie”.
È un atto minuscolo ma rivoluzionario. Ogni volta che dici “grazie”, insegni al tuo corpo che la luce non fa male, che essere vista non è pericoloso, che puoi ricevere amore senza doverlo restituire subito.
Dal rifiuto alla fiducia: counseling relazionale Torino online
Quando rifiuti un complimento, confermi alla tua parte ferita che non meriti amore. Quando lo accogli, le insegni che può fidarsi. Nel counseling relazionale creiamo uno spazio sicuro dove imparare a ricevere senza difendersi. Se ti ritrovi in queste parole, puoi approfondire il mio approccio su beatricelencioni.it, scrivermi dalla pagina contatti o prenotare un colloquio gratuito online.
FAQ imparare ad accettare un complimento
Perché mi sento a disagio quando mi fanno un complimento?
Perché una parte di te ha associato l’attenzione al pericolo. È un riflesso appreso, non un difetto.
Come posso accettare un complimento senza imbarazzo?
Inizia da un semplice “grazie”. Respira e resisti alla tentazione di sminuirti o cambiare argomento. Con il tempo, diventa naturale.
È vanità accettare un complimento?
No. È accettare la realtà del tuo valore. Non significa vantarsi, ma accogliere ciò che gli altri vedono di buono in te.
Il counseling può aiutarmi?
Sì: esplora le origini della difficoltà e ti allena a fidarti del tuo valore senza paura di brillare.
Data di pubblicazione: novembre 2025 — Ultimo aggiornamento: novembre 2025