Il cambiamento: come affrontarlo e superarlo
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“Cambiare significa creare una differenza positiva. Diventare consapevoli della propria forza e delle proprie responsabilità è il cambiamento indispensabile per poter cambiare sé stessi e il mondo. Proviamo a costruire un nuovo futuro a partire da noi stessi e dalle nostre scelte. Togliamoci la maschera e scopriamo il “cambiamento” che vive dentro di noi.” (Mahatma Gandhi)
Mi è capitato recentemente di dover prendere una decisione importante.
Cambiare o rimanere legata ad una zona di comfort che a lungo andare mi avrebbe portato disagio?
Mi sono resa conto che il legame affettivo che mi teneva aggrappata a quella situazione, a lungo andare, non mi stava facendo bene, non ero più serena né felice… quindi, dopo svariati pianti (anche noi counselor lo facciamo!), e altalene emotive, ho tolto il cerotto e via…
Non è stato facile, ed ora sono nel mio periodo di “lutto”, mi sto ascoltando e sto accogliendo questo dolore cercando non far arrivare a bomba pensieri negativi come la paura, l’ansia del fallimento ecce cc…
Cerco di stare nel “qui ed ora”.
In “fin dei conti” le crisi che attraversiamo sono momenti di passaggio da una fase ad un'altra della vita e la sofferenza serve a spingerci verso un equilibrio più avanzato, ad evolvere. Tuttavia, la paura di cambiare può impedirci di affrontare la crisi e ci si può ritrovare impantanati tra il vecchio e il nuovo. In questo caso, la richiesta di cambiamento diventa esasperata e la sofferenza aumenta, peggiorando la situazione.
Per cambiare bisogna liberare risorse che sono rimaste impastoiate nelle esperienze passate, come bisogni, capacità e gioie che erano considerate "pericolose" durante l'infanzia. Tuttavia, liberarle non è facile, perché queste paure sono profonde e inconsce e non parlano la lingua della ragione. Inoltre, se liberate senza precauzioni, possono causare danni, poiché non sono abituate alla nuova realtà adulta.
Il primo cambiamento deve avvenire "dentro di noi".
Siamo costantemente impegnati in un dialogo interno tra i nostri pensieri ed emozioni "storici" e quelli "attuali". Questi punti di vista spesso entrano in conflitto, generando comportamenti confusi e ambivalenti.
La crescita psicologica e il cambiamento consistono nel costruire un "governo illuminato” (Il termine "governo illuminato" si riferisce a un tipo di governo in cui i governanti sono guidati dalla conoscenza, dalla razionalità e dalla saggezza, piuttosto che da interessi personali o di parte. S’intende quindi avere una visione chiara e una comprensione profonda dei problemi e delle sfide che affronta la società) che gestisca la nostra "assemblea permanente" di pensieri ed emozioni prima di agire.
Questo percorso mira ad esercitare i pensieri ed emozioni attuali e ad avere un'autocoscienza di questo aspetto di noi. Si impara a prendere una posizione super parte rispetto ai nostri vecchi impedimenti, comprendendoli, rassicurandoli e sostenendoli, mentre poco alla volta permettiamo esperienze graduali di "liberazione".
In questo processo, cresce il senso di accettazione di sé, di inclusione e di fiducia. I pensieri ed emozioni storiche si rilassano, abbassano i toni e contribuiscono, mentre i pensieri ed emozioni attuali dispongono di più energie e spazi decisionali. Non è facile e ci vuole tempo, ma è possibile fare questo cambiamento.
Ecco un esempio su come esercitare il distacco e osservare i nostri "pensieri ed emozioni storiche":
Immaginiamo di avere una paura di parlare in pubblico che deriva da un'esperienza negativa vissuta in passato. Ogni volta che dobbiamo fare una presentazione o parlare di fronte ad un gruppo, ci sentiamo sopraffatti dall'ansia e dalla paura.
Per esercitare il distacco e osservare i nostri "pensieri ed emozioni storiche", possiamo provare a fare quanto segue:
- Riconoscere e accettare la paura: Prendiamo un momento per riconoscere la paura e accettare che essa proviene da un'esperienza passata. Invece di cercare di respingere la paura o ignorarla, permettiamoci di sentirla e riconoscere la sua presenza.
- Osservare la paura: Una volta che abbiamo riconosciuto la paura, cerchiamo di osservarla come se fossimo un osservatore esterno. Notiamo come si manifesta nel nostro corpo, quali pensieri emergono e come essa influenza il nostro comportamento. Cerchiamo di fare questo senza giudicare o analizzare la paura, semplicemente osserviamola.
- Esercitare il distacco: Esercitiamo il distacco dalla paura e dall'esperienza negativa che l'ha causata. Ricordiamoci che questa paura fa parte del nostro passato e non ci definisce. Cerchiamo di separarci dalla paura e di vederla come qualcosa di separato da noi stessi.
- Riconfigurare la paura: Invece di vedere la paura come qualcosa di negativo, cerchiamo di riconfigurarla come un'opportunità di crescita e apprendimento. Vediamola come una possibilità di metterci alla prova e superare un ostacolo difficile.
- Agire: Dopo aver riconosciuto e osservato la paura, esercitato il distacco e riconfigurato la paura come un'opportunità, agiamo per affrontare la nostra paura. Iniziamo con piccoli passi, come parlare in una riunione o fare una breve presentazione ad un amico o un familiare di fiducia. Man mano che acquisiamo fiducia, aumentiamo gradualmente il livello di difficoltà fino a quando ci sentiamo a nostro agio a parlare di fronte a gruppi più grandi.
Capita però che a volte, sappiamo che la cosa migliore per nostra felicità è cambiare ma troviamo delle “resistenze”.
Cosa sono?
Le resistenze interiori sono le barriere emotive che impediscono alle persone di fare ciò che vogliono o di raggiungere i loro obiettivi desiderati. Queste resistenze possono manifestarsi in molte forme, come l'auto-sabotaggio, la paura del fallimento, l'insicurezza, la paura del successo, l'ansia, la paura del giudizio degli altri, la rimozione emotiva, la procrastinazione, e così via.
Le resistenze interiori sono spesso il risultato di schemi di pensiero e di comportamento negativi, che possono essere stati acquisiti nel corso della vita e che possono limitare la nostra capacità di crescere e di raggiungere il nostro potenziale. Ad esempio, una persona che ha subito una delusione amorosa potrebbe sviluppare una resistenza alla vulnerabilità emotiva, evitando così di mettersi in situazioni in cui potrebbe essere ferita di nuovo.
Riconoscere e superare le resistenze può essere un processo impegnativo, ma può anche portare a grandi benefici a livello personale e professionale. Il lavoro su queste resistenze può portare a una maggiore consapevolezza di sé, a una maggiore fiducia in sé stessi e alla realizzazione dei propri obiettivi desiderati.
Se stai cercando un supporto professionale per affrontare le sfide della vita e trovare il modo di superare le delusioni, sono qui per aiutarti.
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Insieme possiamo lavorare per raggiungere i tuoi obiettivi e trovare il tuo equilibrio emotivo.