Beatrice Lencioni Counselor a Torino

Come prendere in mano la propria vita: guida pratica e completa

Beatrice Lencioni

Ho deciso di scrivere questa guida perché, in qualità di counselor, mi trovo spesso ad accompagnare persone che desiderano recuperare il controllo della propria esistenza ma non sanno da dove cominciare. L’ho vissuto in prima persona: un periodo in cui sentivo che gli eventi scorrevano senza il mio consenso, come se fossi un’osservatrice passiva della mia quotidianità. Cercavo di cambiare rotta, eppure ogni sforzo sembrava tradursi in un buco nell’acqua. È stato allora che ho capito che la vera trasformazione non arriva all’improvviso, ma nasce da una serie di passi costanti e dalla capacità di mantenere viva la motivazione anche di fronte alle difficoltà.

In questa panoramica esploreremo le motivazioni che spesso ci fanno sentire “bloccati”, l’importanza della consapevolezza di sé, i principi base della crescita personale e alcuni strumenti essenziali per prendere finalmente in mano la propria vita. Parlerò anche di autostima, motivazione e resilienza, pilastri fondamentali per innescare un miglioramento continuo. Infine, dedicheremo spazio a come superare la paura del cambiamento e uscire gradualmente dalla comfort zone, fino a concludere con un piano di azione che possa tradurre idee e desideri in risultati concreti.

Perché ci sentiamo bloccati?

Chiunque abbia cercato almeno una volta “come prendere in mano la propria vita” avrà provato quella spiacevole sensazione di confusione che compare ogniqualvolta ci si sente in balia delle circostanze. A volte l’impressione è di lavorare tanto e con fatica, senza però raggiungere traguardi che diano un reale senso di realizzazione. In altri casi, la causa è una situazione esterna: un trasferimento inatteso, un cambiamento sul lavoro o un evento familiare che sconvolge piani e routine. Ricordo una persona che si rivolse a me dopo esser stata licenziata: in seguito a quell’episodio, si sentiva totalmente paralizzata, priva di obiettivi e colma di timori su come ripartire. Siamo esseri abitudinari e, quando un ostacolo ci costringe a riconsiderare le nostre certezze, è normale provare un senso di smarrimento. Eppure, l’esperienza mi ha insegnato che sono proprio quelle interruzioni di percorso a regalarci l’occasione di ripensare chi siamo e quali sono le nostre vere priorità.

Cause comuni di insoddisfazione (stress, mancanza di obiettivi, paure)

Uno dei motivi principali per cui ci si sente insoddisfatti è lo stress accumulato giorno dopo giorno. I ritmi frenetici e le responsabilità di lavoro, famiglia e gestione della casa possono saturare ogni spazio interiore, impedendo di trovare il tempo per chiedersi cosa si desideri davvero. A questo si aggiunge la mancanza di obiettivi personali, che porta a vivere le giornate come uno scorrere di impegni obbligati, senza un filo conduttore che dia un senso più alto a ciò che facciamo. L’altro fattore determinante è la paura, che può assumere forme diverse: la paura di fallire, di non essere all’altezza, di deludere le aspettative altrui o di mettere in discussione relazioni e assetti consolidati. Capita di sentire storie di persone che sognavano di intraprendere una strada diversa, magari avviare un piccolo progetto imprenditoriale, ma hanno rinunciato a priori temendo di non riuscire a sostenere lo sforzo o di essere criticati.

L’importanza della consapevolezza di sé (analisi interna)

Nei momenti in cui tutto sembra sfuggire al nostro controllo, è fondamentale fare un passo indietro e ascoltarsi con sincerità. Come counselor, incoraggio spesso a mantenere un diario emotivo o a ritagliarsi qualche minuto al giorno per riflettere su sensazioni e stati d’animo. Grazie a questa piccola pratica, ho visto persone scoprire di non essere così insoddisfatte del lavoro, ma di sentirsi piuttosto trascurate in famiglia. Altre, invece, hanno realizzato che la frustrazione derivava da aspettative troppo severe su se stesse, come se dovessero eccellere in ogni ambito senza mai concedersi una pausa. Prendere coscienza di questi schemi di pensiero è come ottenere una mappa: diventa più semplice orientarsi e individuare il punto di partenza per lavorare sulla crescita personale. Sul sito MindTools trovi risorse e consigli per sviluppare la consapevolezza di sé, tra cui suggerimenti per mantenere un diario o esercizi di autoanalisi che possono aiutare a chiarire le proprie emozioni e capire meglio ciò che si desidera davvero.

Costruire una base solida di crescita personale

Una delle domande che mi sento porre spesso è: “Cosa si intende davvero per ‘crescita personale’?”. Non significa semplicemente trovare un modo per ottenere più successo sul lavoro o prendere voti alti se si studia. Piuttosto, è un percorso orientato al miglioramento costante e alla scoperta delle proprie potenzialità, indipendentemente dal contesto. La crescita personale chiama in causa concetti come autostima, motivazione e resilienza, tre componenti che trovo imprescindibili per chiunque desideri trasformare la propria vita in qualcosa di più soddisfacente e coerente con i propri valori.

Autostima e motivazione (concetti e differenze)

L’autostima è la considerazione che abbiamo di noi stesse, un senso profondo di valore personale che si costruisce nel tempo. La motivazione, invece, è la spinta che ci porta a fare le cose, il “carburante” che alimenta i nostri progetti. Spesso la carenza di una ricade anche sull’altra: quando l’autostima è bassa, fatichiamo a trovare la grinta necessaria per agire; quando la motivazione manca, finiamo per dubitare delle nostre capacità. Ho sperimentato questa correlazione sulla mia pelle, quando mi sono iscritta per la prima volta a un corso di formazione specifico per counselor. Avevo voglia di imparare, ma allo stesso tempo dubitavo di poter reggere il confronto con professioniste più esperte. Ciò che mi ha aiutata è stato iniziare a riconoscere piccoli traguardi quotidiani e apprezzare le mie prime conquiste: una lettura completata, un esercizio portato a termine con costanza, il feedback positivo di un’insegnante. Ogni passettino mi ricordava che ero all’altezza di quel percorso, e questo mi spingeva a impegnarmi ancora di più.

Resilienza: affrontare e superare gli ostacoli

La resilienza è una sorta di “elasticità interiore” che permette di adattarsi ai cambiamenti e di rialzarsi dopo ogni caduta. Molte volte, chi si avvicina alla crescita personale si aspetta di eliminare del tutto gli ostacoli o le difficoltà. In realtà, la vita continuerà a metterci alla prova; ciò che cambia è l’atteggiamento con cui si affrontano i problemi. Conoscevo una persona che, dopo la fine di una relazione lunga e complicata, si sentiva annientata. Col tempo, ha capito che quella esperienza dolorosa nascondeva un’opportunità di evoluzione: ha riscoperto interessi che aveva accantonato per via della relazione e si è impegnata a costruire nuove abitudini, dall’attività fisica regolare alla partecipazione a incontri di gruppo con cui coltivare i suoi hobby. Vedere come la sua resilienza si rafforzava di settimana in settimana mi ha ulteriormente convinta che, pur non esistendo formule miracolose per trasformare la sofferenza in gioia, ognuna di noi può scegliere di dare un senso costruttivo alle sfide che incontra. In quest’ottica, è possibile trarre ispirazione da storie di persone che hanno superato momenti di grande difficoltà, come quelle raccolte da Forbes, in cui manager e leader raccontano i loro percorsi di resilienza e crescita interiore.

Strumenti per prendere in mano la propria vita

Una volta riconosciuti i fattori chiave della crescita personale, è arrivato il momento di passare all’azione. Il rischio, altrimenti, è di restare intrappolati in una fase di pura riflessione senza mai tradurre in pratica ciò che si è compreso. Ecco perché la gestione del tempo, la pianificazione strategica e la definizione di obiettivi ben strutturati sono essenziali. A questi si aggiunge l’idea di uscire dalla comfort zone, tanto decantata quanto, a volte, travisata. Per esperienza, ritengo che costruire un “arsenale di strumenti” pratici sia indispensabile per affrontare la quotidianità con più serenità e sicurezza.

Gestione del tempo e pianificazione strategica (to-do list, calendari)

Gran parte dello stress e del senso di caos che viviamo deriva dalla disorganizzazione. Spesso mi rivolgo a chi sento sopraffatta dai mille impegni e chiedo: “Hai mai provato a pianificare le tue giornate in anticipo?” La risposta è quasi sempre negativa. C’è chi crede che farlo sia inutile o soffocante, ma nella mia esperienza funziona esattamente al contrario: avere una to-do list chiara o un calendario su cui distribuire le attività per priorità libera la mente da un carico di ansia, perché fornisce un ordine e ci dice cosa dobbiamo fare e quando.

L’idea base della pianificazione strategica è stabilire i passaggi intermedi per raggiungere un obiettivo più grande: se, per esempio, desideri tornare a studiare, puoi suddividere il materiale in piccole sezioni, inserire scadenze nel tuo calendario e rivedere i progressi ogni fine settimana.

Metodo SMART per definire obiettivi (Specifici, Misurabili, Accessibili, Rilevanti, Temporizzabili)

Definire obiettivi vaghi è uno degli errori più comuni per cui ci si arena ancor prima di iniziare. Con il metodo SMART, invece, ogni obiettivo viene “messo a fuoco” secondo cinque criteri: Specifico (che cosa esattamente vuoi ottenere), Misurabile (come valutare i progressi), Accessibile (realistico in base alle risorse disponibili), Rilevante (coerente con i tuoi valori e desideri) e Temporizzabile (con scadenze chiare).

Ricordo una persona che voleva “mettersi in forma” e perdeva subito la motivazione perché il traguardo era fin troppo vago. Quando ha riformulato l’obiettivo in “correre 5 km senza fermarsi entro tre mesi, con un piano di allenamenti graduali”, tutto è diventato più tangibile. Di conseguenza, ogni volta che completava un chilometro in più, percepiva quel piccolo risultato come una conquista, e questo rinforzava la sua determinazione. Sul portale MindTools troverai un’intera sezione dedicata a questa tecnica, con esempi pratici e suggerimenti utili per chi muove i primi passi.

Uscire dalla comfort zone (cosa significa e come farlo gradualmente)

Uscire dalla comfort zone non significa gettarsi in esperienze estreme senza alcuna preparazione o consapevolezza. Piuttosto, vuol dire spingersi un po’ oltre ciò che ci è familiare per scoprire se esiste una versione migliore di noi dall’altra parte. Ho incontrato molte donne che sognavano di provare un hobby creativo, come il canto o la pittura, ma che si sentivano frenate dalla vergogna o dal timore di essere giudicate. Quando qualcuna di loro trovava il coraggio di iscriversi a un piccolo corso, un passettino alla volta, ecco che iniziava a vedere il cambiamento: cresceva la fiducia in se stessa, imparava a esprimere la propria personalità e scopriva passioni inaspettate.

La chiave è la gradualità: se pensi di parlare in pubblico, inizia da un gruppo ristretto di persone amichevoli o da un progetto volontario, così da familiarizzare con la situazione in un contesto meno impegnativo. Ogni occasione superata abbassa la soglia di paura e alza quella di sicurezza. E, in questa maniera, la comfort zone si amplia in modo costante e sopportabile, senza troppi traumi.

Routine quotidiana e abitudini positive

Un tema che amo trattare è l’importanza di una routine ben organizzata. Ho notato che, non appena si parla di “abitudini” o “routine quotidiana”, molte persone immaginano una gabbia fatta di imposizioni e regole ferree. In realtà, io la vedo come una struttura di supporto che ci consente di affrontare la giornata con più tranquillità. Quando ho iniziato a stabilire un orario fisso per alzarmi, dedicare dieci minuti alla scrittura di un diario e ritagliare mezz’ora per una camminata, ho notato un netto calo dell’ansia e un aumento della produttività. Una routine non deve essere rigida, ma abbastanza solida da reggere le variabili della vita di tutti i giorni.

Come creare una routine di successo (abitudini mattutine, tecniche di produttività)

Per creare una routine di successo, consiglio di partire dalla mattina, perché rappresenta il “momento zero” di ogni giornata. A volte basta cominciare con una piccola azione: sedersi un attimo a riflettere con una tazza di tè caldo prima di iniziare a lavorare o concedersi un paio di minuti di stretching. Sembrano dettagli irrilevanti, ma questi piccoli gesti creano uno spazio per sé stesse e aiutano a partire con la giusta carica. Alcune tecniche di produttività, come il “Metodo Pomodoro”, sono nate proprio per dare un ritmo alle attività quotidiane, alternando periodi di concentrazione con brevi pause che permettono di riprendere fiato.

Ricorda: la routine va adattata alle tue reali esigenze e non il contrario, altrimenti rischia di trasformarsi in un ulteriore fattore di stress.

Monitorare i progressi (journaling, check settimanali)

Si tende spesso a sottovalutare l’impatto di un buon monitoraggio dei progressi. Da counselor, invito chi si rivolge a me a segnare in un quaderno o in un documento digitale i risultati raggiunti, le sensazioni prevalenti della settimana e i momenti di difficoltà incontrati. È incredibile come un semplice esercizio di scrittura aiuti a rimettere tutto in prospettiva. In passato, anch’io ho ignorato questo strumento, finché non mi sono resa conto che la mancanza di un “diario di bordo” impediva di capire se stavo davvero avanzando nel mio percorso di crescita personale.

Molte manager di grandi aziende, come raccontato in un articolo su HuffPost, utilizzano il journaling per ridurre lo stress e aumentare la consapevolezza di ciò che fanno. Allo stesso modo, anche per noi può essere una pratica potente: rivedere periodicamente ciò che abbiamo annotato ci aiuta a riconoscere i successi – anche piccoli – e a individuare strategie per risolvere le aree critiche.

Affrontare la paura del cambiamento

Non è raro che la paura del cambiamento prenda il sopravvento, soprattutto quando si sta per intraprendere una nuova fase della vita o si avverte la necessità di rivoluzionare abitudini e relazioni consolidate. La mente spesso immagina scenari catastrofici, amplificando il timore di fare passi falsi. Ho incontrato donne che rinunciavano a cambiare casa per la paura di perdere amicizie e riferimenti, o che avevano timore di dare una svolta al loro percorso professionale nel dubbio di non riuscire a stabilizzarsi economicamente. È un meccanismo naturale e comprensibile, ma, se vissuto a lungo, può soffocare le nostre ambizioni.

Paura e coraggio: due facce della stessa medaglia

Il coraggio non è affatto l’assenza di paura. È, piuttosto, la disposizione ad agire comunque, anche quando il timore è forte. Ogni volta che ho assistito a una persona decisa a voltare pagina, ho notato che non aveva eliminato le insicurezze: aveva semplicemente imparato a conviverci, trasformando la tensione in energia propulsiva. Il famoso detto “Chi non risica non rosica” può sembrare banale, ma racchiude un’importante verità: restare immobili spesso ci protegge dal rischio di fallire, ma ci priva anche dell’opportunità di scoprire nuove possibilità. Se ti interessa approfondire, il sito di Tony Robbins propone diversi spunti su come passare dal timore all’azione in modo concreto, attraverso piccoli step e riflessioni guidate.

Tecniche di auto-aiuto e coaching (esercizi di PNL, affermazioni positive)

Nel mio lavoro di counselor preferisco suggerire metodi semplici, applicabili alla vita di tutti i giorni, senza sconfinare in ambiti che non mi competono. Alcune persone trovano utile integrare le proprie abitudini con esercizi ispirati alla Programmazione Neurolinguistica (PNL), come l’ancoraggio positivo, in cui si associa un gesto fisico a una sensazione di benessere e sicurezza, così da poterla richiamare anche in situazioni di nervosismo o incertezza. Altre amano ripetersi affermazioni positive al mattino o scriverle su post-it da tenere in vista, come a ricordarsi che si è in cammino verso un cambiamento positivo.

L’importante è sperimentare ciò che risuona meglio con la propria natura. In molti casi, dedicare qualche ora a un percorso di counseling o a sessioni di coaching può aiutare a fare chiarezza sugli obiettivi e a riorganizzare i pensieri. Un counselor lavora sull’ascolto e sull’esplorazione delle risorse personali, tenendosi all’interno delle competenze previste dal proprio profilo professionale e senza sostituirsi ad altri specialisti. Ognuna di noi, dopotutto, è l’esperta di se stessa e con il giusto sostegno può trovare la propria strada.

Il prossimo passo

Siamo arrivate alla fine di questa panoramica e spero che, lungo il percorso, tu abbia trovato qualche spunto prezioso su come prendere in mano la tua vita. Abbiamo esaminato i motivi per cui è facile sentirsi bloccate, l’importanza della consapevolezza di sé, i concetti di autostima, motivazione e resilienza. Abbiamo esplorato strategie legate alla gestione del tempo, alla pianificazione e agli obiettivi SMART, senza dimenticare l’aspetto più personale e talvolta spaventoso: la paura del cambiamento.

In qualità di counselor, credo che il passo decisivo sia mettere in pratica almeno una di queste idee entro un breve lasso di tempo. Potrebbe trattarsi di compilare una to-do list al mattino, stabilire un piano di obiettivi mensili o, semplicemente, osare un piccolo gesto che sfugga alla tua comfort zone. Se desideri approfondire la pianificazione strategica per i tuoi obiettivi personali, ti consiglio di dare un’occhiata alla sezione “Crescita Personale”, che trovi su questo stesso sito. È un collegamento interno che propone spunti più mirati per definire e perseguire traguardi in maniera ordinata.

In aggiunta, potrebbe esserti utile leggere il mio articolo “Resistenza al cambiamento”, un altro contenuto interno che tratta la paura del cambiamento e fornisce esempi concreti su come superarla a piccoli passi. Qualunque sia la tua scelta, tieni presente che la coerenza è fondamentale: se ti impegni a monitorare i progressi e ad affrontare una cosa alla volta, vedrai che la tua vita inizierà a rispecchiare ciò che senti di volere davvero.

Non esistono strade facili o soluzioni immediate, ma ogni piccolo passo compiuto con consapevolezza e determinazione avvicina a una versione di te più serena e in armonia con i tuoi desideri. Inizia oggi, anche con qualcosa di semplice, e lasciati sorprendere dai miglioramenti che si manifesteranno. Il controllo della tua vita non è un sogno irraggiungibile, ma un processo fatto di scelte, costanza, e soprattutto fiducia nelle tue risorse interiori. Io ho fatto la mia parte condividendo suggerimenti e storie reali: ora tocca a te fare il primo passo, sicura di poter contare, se lo desideri, sul supporto di una professionista che cammini al tuo fianco, rispettosa dei tuoi tempi e delle tue aspirazioni.

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