
Che cosa sono le costellazioni familiari: un viaggio dentro le radici
Beatrice LencioniCondividi
Immagina di sederti su una sedia, in una sala accogliente e raccolta, con un piccolo gruppo di persone che, come te, cercano una spiegazione a quei malintesi interiori che si replicano nella vita di ogni giorno. All’inizio, ti chiedi: “Ma che cosa sono davvero le costellazioni familiari?” È una domanda semplice, ma la risposta è un cammino che scava nei legami invisibili che ci legano alle nostre origini.
Mi ricordo la mia prima esperienza. Ero scettica, curiosa e al tempo stesso intimorita dall’ignoto: una donna si alza e, con voce rotta, spiega di sentirsi intrappolata in una dinamica ripetitiva con il padre. Quando i suoi rappresentanti si posizionano nello spazio, vedo una ragazza giovane inginocchiarsi, e percepisco una tensione che non si dissolve finché il facilitatore non guida un movimento: una sorta di allineamento energetico che trasforma l’aria intorno a noi. In quell’istante, ho capito che non si tratta di recitare ruoli, ma di dare voce a emozioni radicate nel sistema familiare, e che portano con sé tracce di memoria, di amore, di dolore.
Se ti domandi dunque cosa sono le costellazioni familiari, ecco un modo per intuirlo: è un metodo che permette di portare alla luce connessioni invisibili fra le persone, spesso non dette, talvolta dolorose. Si basa sull’idea che ogni sistema familiare abbia un equilibrio, con leggi non scritte come l’appartenenza, l’ordine e l’equilibrio. Quando qualcosa si inceppa—per esempio, un parente escluso, un trauma non elaborato—si crea una tensione che si trasmette tra le generazioni sotto forma di emozioni confuse, relazioni tese, scelte che non riusciamo a spiegare.
L’origine di tutto risale a Bert Hellinger, un uomo che ha attraversato storie di guerra, missioni religiose e incontri culturali, e ha iniziato a osservare come certe famiglie sembravano portare con sé ferite non solo personali, ma epocali. Guardando alle teorie sui campi morfogenetici (un’idea che suggerisce un campo energetico condiviso dagli individui), ha ipotizzato che certi equilibri si trasmettano non solo nel DNA, ma nelle relazioni, nei gesti, nelle assenze. È come se un filo invisibile tenesse insieme i membri della famiglia, e nelle costellazioni familiari quel filo viene rappresentato, mostrato, e a volte sciolto.
In una sessione di gruppo, tu chiedi ad alta voce ciò che ti pesa nel cuore—può essere una difficoltà nelle relazioni, nel lavoro o nella salute. Poi scegli, tra le altre persone presenti, chi può rappresentare tua madre, tuo padre, te stessa o te stesso. Li posizioni, li lasci provare. E quando uno di loro, per esempio, esprime un’emozione inattesa, il tuo cuore trema. Il facilitatore ti guida allora con parole delicate, pressioni, spostamenti: piccoli gesti che riportano ordine e equilibrio. È come sistemare un quadro storto: basta poco, ma il senso cambia.
Molti arrivano in sessione con mille aspettative e confuse speranze. Io conobbi una donna che, da anni, faceva fatica ad aprirsi all’amore. Quando la sua domanda venne rappresentata, una sensazione degna di claustrofobia prese spazio. Ma bastarono poche parole delicate—“osserva tua madre con gentilezza”—e l’aria si alleggerì. Il suo respiro tornò ampio, gli occhi si mossero e, al termine della sessione, lei disse: “Sento come se un peso fosse caduto dalle mie spalle.” È da quelle esperienze che capisci quanto valga la pena esplorare.
Tra i principali benefici delle costellazioni familiari c’è infatti il riconoscimento di schemi inconsci trasmessi da un parente all’altro. È quel costante ripetersi di emozioni o situazioni—come difficoltà a dire no, a fidarsi, a sentirsi all'altezza—che sente tante volte dire: “Io non so da dove venga, ma è lì.” Forse, in realtà, viene da lontano. Molte persone sperimentano maggiore serenità nelle relazioni, una chiarezza interiore che prima mancava, e una sensazione di benessere che si riflette anche nella vita quotidiana.
Permettimi un altro piccolo esempio: una partecipante soffriva di un senso di colpa profondo ogni volta che abbandonava i suoi doveri familiari. Durante la rappresentazione, una figura si fece carico di quel senso di colpa, e di colpo capì: non era un suo sentimento, era una lealtà inconsapevole al nonno che aveva sofferto molto. Quando il nonno venne riconosciuto, ammesso nella rappresentazione, lei sentì un’ondata di leggerezza, come se potesse finalmente scegliere senza sensi di colpa ancestrali.
Tuttavia, è importante che tu sappia che le costellazioni familiari non sono una terapia clinica con evidenze scientifiche solide. Molti evidenziano che non si possono considerare una psicoterapia tradizionale. Nonostante ciò, per moltissime persone sono risultate utili, capaci di aprire spazi emozionali che una conversazione meditata da sola non riesce a toccare. A volte è l’effetto placebo, altre volte qualcosa di più profondo: l’utilizzo dello spazio, del corpo, del campo energetico agisce in silenzio, e spesso produce cambiamenti tangibili.
Se ti stai chiedendo se puoi parlare con qualcuno per saperne di più, ti invito a farlo. Potresti scrivermi attraverso la pagina contatti oppure prenotare un colloquio gratuito online. Insieme potremo chiarire i tuoi dubbi, capire se questo percorso può essere per te e trovare la maniera più delicata per iniziare.
Come scegliere un buon facilitatore? La cosa più importante è che nutra un approccio rispettoso, capace di farti sentire al sicuro. È utile che abbia una formazione adeguata, con esperienza nei gruppi, e parli un linguaggio chiaro, che non confonda con termini specialistici. Proprio per questo è un metodo adatto anche a chi non ha nessuna conoscenza delle dinamiche familiari o della psicologia, perché si basa sull’esperienza vissuta, non sulla teoria accademica.
Adesso, immagina di fare un passo indietro nel tempo e di guardare la tua famiglia intera come un unico organismo. In una sessione, potresti sperimentare una calma che non pensavi possibile, una nuova capacità di scegliere e di amare. Mettendo a fuoco le assenze, gli esclusi, i silenzi in famiglia, crei un nuovo spazio per riscrivere il tuo presente. E quando finisci, spesso senti che un’energia si è mossa, e dentro di te arriva una sensazione di pace che non ti fa paura: quella di poter finalmente guardare al futuro con occhi più sereni.
Se vuoi scoprire di più, puoi cominciare dal sito principale dove racconto come lavoro e quali sono i miei percorsi. Ti troverai anche spunti per raccontarti meglio, per capire se in quel disturbo quotidiano—quella tristezza che arriva senza motivo, quella sensazione di non essere mai abbastanza—c'è una traccia da un’altra generazione.
In fondo, chiedersi “che cosa sono le costellazioni familiari” significa aprire una porta sulle nostre radici. Ci lascia lo spazio per porre una domanda più grande: “Cos’altro porto con me, senza saperlo?” E, se lo desideri, possiamo camminare insieme per rispondere. Non serve conoscere nulla prima. Serve solo il coraggio di voler guardare un po’ più indietro, per poter scegliere con più leggerezza, e vivere con più amore.
Per te, che stai leggendo e vuoi dare un senso a un disagio non spiegato, sappi che le costellazioni familiari possono trasformarsi in una mappa verso la libertà. Può essere il primo passo per sentire una voce nuova dentro di te, finalmente libera di parlare.