La danza delle forze interne: l'importanza di conoscersi
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Dicono i Polster: “Ciò che generalmente viene definito con il termine resistenza non è una barriera sorda da rimuovere ma una forza creativa la cui funzione è quella di gestire un mondo difficile.”
Nella psicoterapia della Gestalt, i meccanismi di difesa vengono chiamati "resistenze" e l'interrogativo fondamentale che ne consegue è: cosa stiamo difendendo e da cosa stiamo resistendo? Le resistenze sono un meccanismo di protezione che scattano quando c'è paura, quando c'è troppa angoscia e quando ci sentiamo in pericolo. Questi meccanismi sono utilizzati quando sentiamo, più o meno consapevolmente, che dobbiamo trattenere noi stessi dal fare qualcosa o dall'essere e manifestarci in un determinato modo, principalmente davanti ad altre persone, ma anche con noi stessi.
La resistenza si manifesta nel contatto interpersonale, nella relazione Io-Tu, ma anche nella relazione intrapsichica tra me e me stesso, quando, ad esempio, evitiamo di prenderci consapevolezza di aspetti della nostra esperienza che ci suscitano timore. Il fatto che esista una resistenza implica la presenza di un Io che sceglie o aspira ad essere in un certo modo e che evita o rifiuta di essere in un altro. Nella sua modalità specifica di resistenza, la funzione "Io" applica, principalmente, l'introiezione (devo..., non devo...) e la proiezione (andrà male... sarò punito...) per interrompersi.
L'Io si forma attraverso il contatto con l'ambiente circostante: il bambino scopre presto che in alcuni modi può soddisfare i suoi bisogni, mentre in altri no. Ecco che si struttura l'Io, che nella sua prima manifestazione è una forma di adattamento all'oggetto primario rappresentato dalla madre, una struttura che permette al bambino la sopravvivenza fisica ed emozionale.
La capacità creativa di adattarsi e di muoversi in maniera armoniosa all'interno di questa polarità è ciò che potremmo definire un buon contatto. Un buon contatto non è unione, né separazione, ma è la capacità di essere uniti con l'oggetto e, al contempo, la capacità di mantenere un'identità separata, ovvero una capacità di auto-sostegno e di differenziazione. Questo equilibrio è fondamentale per la crescita e lo sviluppo personale, poiché ci permette di esplorare il mondo e di relazionarci con gli altri in modo autentico e consapevole.
Andiamo nel dettaglio specificando cosa sono confluenza, introiezione e proiezione:
La confluenza
La confluenza è uno stato in cui l'individuo è troppo influenzato dall'ambiente circostante e non riesce a differenziarsi da esso. Questo può portare a una perdita di autenticità e di contatto con i propri gusti, emozioni e sentimenti. Le persone confluenti tendono a conformarsi alle aspettative degli altri, evitando conflitti e problemi, e vivendo in uno stato di pace e tranquillità. Tuttavia, questo comportamento può portare a una mancanza di potere personale e di interiorità.
La confluenza però ha anche aspetti positivi. Ad esempio, in situazioni in cui è richiesto un lavoro di squadra, l'eccessivo individualismo può essere dannoso, e la confluenza può diventare un vantaggio.
L’introiezione
Nell'introiezione invece, ci si adatta alle direttive delle autorità, come i libri di scienza o di religione, senza metterle mai in discussione. Questo porta a una mancanza di responsabilità per la propria esperienza e a un adeguamento alle aspettative ambientali, esigendo che anche gli altri si comportino allo stesso modo.
Questi due stati, la confluenza e l'introiezione, rappresentano due forze interne che lavorano in modo complementare per determinare il comportamento e le azioni dell'individuo. Queste forze sono in una sorta di "danza", in cui l'una influisce sull'altra, creando un equilibrio dinamico. Tuttavia, se una di queste forze diventa troppo dominante, può portare a squilibri e problemi psicologici.
Ad esempio, se la confluenza è troppo forte, l'individuo potrebbe perdere la propria identità e diventare troppo influenzato dagli altri. D'altra parte, se l'introiezione è troppo forte, l'individuo potrebbe diventare troppo rigido e critico verso sé stesso, il che può portare a problemi di autostima e a una percezione distorta delle proprie capacità.
Inoltre, queste forze possono anche essere influenzate dalle circostanze esterne e dall'ambiente in cui l'individuo vive. Ad esempio, un ambiente che incoraggia la conformità può aumentare la confluenza, mentre un ambiente che mette in discussione le opinioni e i valori dell'individuo può aumentare l'introiezione.
La proiezione
Altra dinamica è la proiezione, cioè un meccanismo per cui un individuo non accetta la consapevolezza delle proprie pulsioni e le attribuisce all'esterno. È un comportamento molto comune che si manifesta soprattutto nei confronti di persone che consideriamo diverse da noi, come quelle di un'altra razza o di un'altra cultura. La proiezione diventa pericolosa quando si demonizza l'altro, attribuendogli caratteristiche negative che in realtà appartengono a noi. Questo tipo di comportamento è stato alla base di molte guerre e conflitti nella storia.
Ci sono anche casi in cui la proiezione può essere utile. Ad esempio, un scrittore che utilizza la proiezione per creare personaggi e storie. Anche il pensiero strategico ha bisogno di una certa dose di proiezione per anticipare i movimenti degli altri.
E’ una maniera per evitare di affrontare la propria ombra, le proprie pulsioni e desideri inconsci. Quando proiettiamo, ci liberiamo delle nostre paure, ansie e insicurezze, attribuendo loro a qualcun altro. Questo processo è particolarmente evidente nei comportamenti di giudizio e di colpevolizzazione verso gli altri.
Nella proiezione, gli aspetti del sé che non si vogliono accettare vengono attribuiti agli altri, che vengono percepiti come portatori di qualità negative. Questo meccanismo è spesso alla base di pregiudizi, intolleranze e discriminazioni di ogni tipo, come ad esempio quelle razziali o sessuali. In questo modo, la proiezione diventa una fonte di conflitto e di distruzione, non solo nei rapporti personali, ma anche a livello sociale ed istituzionale.
Tuttavia, la proiezione non è necessariamente negativa. Anche la creatività artistica, come ad esempio la scrittura o la regia cinematografica, può essere considerata una forma di proiezione, poiché implica la trasformazione degli aspetti interni in forme esterne. In questo senso, la proiezione può essere vista come una forma di espressione, come un modo per mettere alla prova se stessi e il proprio mondo interno.
E’ importante essere consapevoli dei propri meccanismi di proiezione, poiché essi ci impediscono di avere relazioni sane e profonde con gli altri e con noi stessi. Solo accettando e integrando le parti ombre del nostro essere, possiamo liberarci dalla proiezione e vivere una vita più autentica e appagante.
Attraverso la consapevolezza della propria proiezione e l'utilizzo dell'arte come strumento di trasformazione, è possibile accedere a un livello di comprensione più profondo di sé stessi e del mondo che ci circonda.
La proiezione è un meccanismo di difesa che ci protegge dalla paura e dalla sofferenza, ma allo stesso tempo ci impedisce di vedere la realtà come essa veramente è. Tuttavia, attraverso la pratica della consapevolezza e la creatività, è possibile superare queste proiezioni e accedere a una comprensione più profonda della realtà.
Attraverso la creazione di immagini e simboli potenti, è possibile trasmettere messaggi profondi e influire sulla realtà perché la comprensione della propria proiezione e l'utilizzo consapevole della creatività sono fondamentali per la crescita personale e la trasformazione del mondo.
Per mantenere un equilibrio sano tra queste forze, è importante che l'individuo abbia una forte identità e autostima, e che sviluppi la capacità di pensare in modo critico e di valutare i propri pensieri e comportamenti.
La danza delle forze interne rappresenta un equilibrio dinamico tra confluenza, introiezione e proiezione, che determina il comportamento e le azioni dell'individuo. Mantenere un equilibrio sano tra queste forze è importante per il benessere psicologico e per la crescita personale.