Life coaching a Torino: bussola pratica per rimettere a fuoco la tua vita
Beatrice LencioniCondividi
Il life coaching ti aiuta a fare chiarezza e trasformare la confusione in scelte concrete, senza psicologismi e senza consigli preconfezionati. A Torino (e online) puoi richiedere un primo colloquio gratuito per capire se questo approccio è adatto a te.
Cos’è (e cosa non è) il life coaching
Quando pensiamo al cambiamento immaginiamo grandi rivoluzioni. In realtà, la maggior parte delle vite cambia a piccoli gradi: una conversazione fatta bene, una domanda giusta al momento giusto, un pezzo di verità che finalmente trova spazio. Il life coaching è questo: un accompagnamento pratico e umano per ritrovare direzione quando tutto “sembra funzionare”, ma dentro non torna.
Non è terapia e non è un elenco di ricette motivazionali. Non ti dico cosa fare. Ti aiuto a vedere più chiaramente cosa c’è, cosa vuoi davvero e quali passi sono sostenibili per te adesso. A volte basta spostare un punto di vista per sentire, quasi fisicamente, che l’aria cambia.
Life coaching vs counseling vs psicoterapia: chi fa cosa?
- Life coaching: orientato a obiettivi, scelte e azioni future. Lavora su chiarezza, priorità, organizzazione personale, allineamento tra ciò che senti e ciò che fai.
- Counseling relazionale: si occupa di difficoltà emotive non patologiche, del presente e delle relazioni. Offre ascolto, consapevolezza e strumenti per attraversare momenti di crisi o cambiamento.
- Psicoterapia: è un intervento clinico rivolto a disagi o disturbi psicologici; prevede diagnosi e un lavoro approfondito sulla storia e sui sintomi.
In pratica? Capita spesso che una persona inizi con il counseling per “spazio emotivo e consapevolezza”, poi passi al life coaching per “direzione e azione”. Le due cose possono dialogare, senza sovrapporsi.
Quando serve davvero un life coach?
Serve quando senti disallineamento: fuori la vita scorre, ma dentro qualcosa si arena. Può succedere in transizioni importanti (nuovo lavoro, cambi di ruolo, nascita di un figlio, separazioni, trasferimenti) o in situazioni apparentemente stabili in cui però ti accorgi di aver perso il filo di te.
Non devi avere domande perfette. Puoi arrivare con un “non lo so, ma così non va più”. Il lavoro comincia da lì.
Segnali da ascoltare
Ti riconosci in una o più di queste sensazioni?
Senti di ripetere gli stessi giri, pur avendo letto, studiato, provato tante tecniche; rimandi decisioni importanti, ti senti in overthinking, fai fatica a dire dei “no” sinceri; senti che va tutto bene, ma non è la tua vita. Oppure hai già iniziato a cambiare qualcosa, ma ti mancano struttura, costanza e una bussola esterna che ti aiuti a non perderti.
Cosa succede in un percorso: cosa aspettarti dagli incontri
Gli incontri sono spazi chiari e protetti in cui porta valore tutto quello che c’è: confusione compresa. Partiamo da dove sei, non da dove “dovresti essere”. Lavoriamo con domande mirate, momenti di ascolto attivo, strumenti semplici e concreti: visualizzazioni orientate agli obiettivi, esercizi di journaling, focusing sul corpo per sentire le micro-variazioni tra una scelta e l’altra.
Non usciamo con dieci compiti impossibili, ma con passi piccoli e sostenibili. La differenza non sta nella grandezza dello sforzo, ma nella sua coerenza con quello che senti vero.
Durata e ritmo: passi piccoli, effetti concreti
La cadenza tipica è settimanale o quindicinale. Molte persone notano cambi di prospettiva già nelle prime settimane: non perché “magicamente tutto si sistema”, ma perché le scelte iniziano a essere più nitide e coerenti. Ci sono percorsi brevi e percorsi più lunghi: dipende dall’obiettivo e dal tempo che dedichi tra un incontro e l’altro.
Life coaching e consapevolezza: un binomio potente
La consapevolezza non è solo “capire le cose”; è accorgersi di cosa sta succedendo adesso mentre scegli. Ti aiuta a riconoscere i vecchi automatismi (piacere a tutti, dire sempre sì, non disturbare, rimandare) e a lasciare cadere ciò che non serve più. Il coaching rende questa consapevolezza operativa: la traduce in calendario, una chiamata da fare, un confine da dire, una pagina da scrivere.
Storytelling: una svolta minuscola (e gigantesca)
C’è stato un periodo in cui “andava tutto bene”, eppure sentivo il cuore spostato di qualche millimetro. Ero in una vita che, vista da fuori, appariva giusta: un lavoro solido, una relazione stabile, progetti in ordine. Dentro, però, una voce piccolissima sussurrava: “stai facendo bene cose che non desideri più”. Ho iniziato un lavoro di pulizia silenziosa: un’agenda meno piena, dieci minuti al giorno per ascoltare il corpo, una domanda in più prima di un sì.
Non è successa una rivoluzione, ma quella sommatoria di micro-spostamenti ha cambiato la traiettoria. È questo che oggi accompagno: non ricette, ma il momento in cui ritrovi il tuo centro.
Tre micro-casi reali (anonimi)
Lavoro – “Carriera o me?”
Una professionista 36enne stava per accettare una promozione importante. Aveva paura di “buttare via” l’opportunità e, insieme, la netta sensazione di tradire il proprio equilibrio. In tre mesi di lavoro ha chiarito le priorità non negoziabili (salute, tempi di relazione, creatività) e ha negoziato un ruolo su misura: responsabilità sì, ma con limiti chiari. Non ha perso “l’occasione”: l’ha trasformata nella sua occasione.
Relazione – “Sto bene, ma non è casa”
Una persona 42enne viveva da anni una relazione affettuosa e “giusta”, pur sentendosi spesso disallineata. Lavorando sulle immagini di futuro, è emersa una verità semplice: nessuno dei due era “sbagliato”, ma i desideri profondi non coincidevano più. Ha scelto una separazione gentile, con tempi e parole rispettose; un anno dopo, racconta di sentirsi finalmente al centro della propria voce.
Transizione – “Nido che cambia”
Genitore 50enne in fase di “nido che si svuota”: il figlio va all’estero. Tra nostalgia e libertà nuova, abbiamo costruito rituali di cura, una lista di cose “mai fatte” e un progetto che aspettava da anni in un cassetto. Il vuoto si è trasformato in spazio.
Strumenti pratici (take-home)
Esercizio 1 – Diario di 7 giorni “Bussola interna”
Per sette giorni, ogni sera, rispondi a tre domande:
- Cosa mi ha dato energia oggi?
- Cosa me l’ha tolta?
- Cosa posso fare domani per avere il 5% in più di energia?
Dopo una settimana, rilegge: vedrai pattern chiarissimi. Il coaching riparte da lì.
Esercizio 2 – Visualizzazione “Tra 12 mesi”
Chiudi gli occhi e immagina un giorno qualunque tra un anno. A che ora ti svegli? Che cos’hai in agenda? Con chi parli? Che tono di voce hai? Prendi nota. Poi chiediti: qual è il primo passo di oggi che rende questa immagine un po’ più vera?
A chi è adatto (anche quando “va tutto bene”)
- Professionistə con responsabilità crescenti che cercano chiarezza e confini.
- Persone in transizione (trasferimenti, cambi ruolo, separazioni) che desiderano una rotta e non solo “resistere”.
- Chi “sta bene” ma sente una stanchezza di fondo senza nome.
- Chi vuole smettere di essere in lotta con se stessə e imparare a dire sì e no con rispetto.
Come iniziare (Torino e online)
Il modo più semplice è un primo colloquio gratuito (online o in presenza a Torino): ci conosciamo, chiarisci obiettivi e capisci se questo approccio fa per te. Nessun impegno: solo un’ora per respirare un po’ più larghi.
👉 Prenota il tuo colloquio dalla pagina Colloquio gratuito.
Se preferisci scrivermi direttamente: trovi tutto nella pagina contatti.
Se è la prima volta che arrivi qui, dai un’occhiata alla home per capire il mio modo di lavorare.
FAQ (estrazioni pronte)
Il life coaching è terapia?
No. È un accompagnamento orientato a chiarezza e azione; non sostituisce la psicoterapia.
Quando ha senso iniziare?
Quando senti loop decisionali, disallineamento o stai attraversando una transizione.
Cosa si fa in seduta?
Domande mirate, ascolto, strumenti pratici. Uscirai con passi piccoli e chiari.
In quanto tempo vedo benefici?
Spesso già nelle prime settimane cambi la prospettiva. La continuità fa la differenza.
È disponibile online? Anche a Torino?
Sì: incontri online e in presenza a Torino, con primo colloquio gratuito.