Differenza tra Solitudine e Isolamento Emotivo: come il counseling può aiutarti a superare le difficoltà
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Quando mi sono trasferita da Roma a Torino per stare con mio marito, ho sperimentato una profonda solitudine. Essere in una città nuova, lontana dalla famiglia e dagli amici di sempre, ha contribuito a questa sensazione. Inoltre, mio marito aveva un orario di lavoro lungo, usciva di casa presto al mattino e tornava solo la sera dopo le 19. Nonostante fossi felice di essere accanto a lui, non riuscivo a evitare quel senso di isolamento.
In passato ho vissuto una situazione simile, anche se circondata da molte persone. Senza entrare nei dettagli delle vicissitudini che ho affrontato, mi sentivo ugualmente sola nonostante l'apparente compagnia di tante persone intorno a me.
Ecco cosa mi ha spinto a scrivere questo “articolo”, condividere con voi questo mio passato potrebbe essere utile a chi, come me allora, sta vivendo questo senso di “vuoto” intorno.
Nell'attuale società, spesso si tende a enfatizzare l'idea di essere autosufficienti e indipendenti, quasi considerando gli altri come una minaccia al nostro benessere. Tuttavia, come esseri umani, siamo biologicamente predisposti a cercare relazioni e connessioni significative con gli altri. Le relazioni sono fondamentali per la nostra crescita, sviluppo e capacità di affrontare le sfide della vita. La ricerca ha dimostrato ampiamente l'importanza degli legami affettivi e dell'attaccamento nelle prime fasi della vita.
Il nostro sistema nervoso è programmato per interagire con gli altri, e possediamo moduli cerebrali specifici che ci spingono a cercare connessioni sociali. Tuttavia, la solitudine e l'isolamento emotivo prolungati possono causare stress sia a livello fisico che psicologico. La solitudine non è semplicemente il fatto di trovarsi da soli, ma piuttosto la sensazione di mancare di supporto, affetto e aiuto quando ne abbiamo più bisogno. D'altra parte, l'isolamento emotivo riguarda il ritiro attivo dalle relazioni, spesso alimentato da convinzioni profonde sul pericolo delle connessioni interpersonali.
La differenza tra solitudine e isolamento emotivo
La solitudine è la sensazione di essere profondamente soli, senza la possibilità di ricevere il sostegno e l'affetto necessari. Questa sensazione può scatenare il terrore dell'allontanamento e la rabbia come forma di protesta per richiamare l'attenzione e cercare la vicinanza. Fin dalla prima infanzia, quando sperimentiamo disagio emotivo o fisico, abbiamo bisogno di affetto da figure competenti. Il bambino cerca la vicinanza e la protezione degli altri per calmare la sua attivazione fisiologica e sentirsi al sicuro.
Diversamente, l'isolamento emotivo è il ritiro attivo dalle relazioni a causa di convinzioni profonde che le relazioni siano pericolose o che gli altri non siano affidabili. Queste convinzioni si formano in base alle esperienze passate e possono generare paura, diffidenza e la tendenza a ritirarsi per evitare ulteriori delusioni e sofferenze. L'isolamento emotivo impedisce di stabilire connessioni significative e può alimentare il senso di solitudine.
Ad un certo punto sono arrivata al counseling, ammetto che non sapevo bene cosa fosse ma mi sono buttata e ho iniziato a capire, studiando e facendo colloqui Come il counseling poteva a superare quella e difficoltà (ed altre): Il counseling può essere un valido supporto per affrontare la solitudine e l'isolamento emotivo, facilitando il processo di guarigione e sviluppo personale.
Noi esseri umani, in quanto mammiferi sociali, siamo programmati per interagire con i nostri simili. Il bisogno di connessione e affiliazione è inscritto nella nostra biologia. Le relazioni con gli altri non sono una mera fantasia romantica o un segno di debolezza, ma una necessità profonda che riguarda ognuno di noi. Numerose ricerche sull'attaccamento e sulla relazione madre-bambino hanno dimostrato ampiamente che sono i legami che ci permettono di crescere, svilupparci e affrontare le sfide della vita).
Il nostro sistema nervoso è progettato per favorire l'interazione sociale. Possediamo specifici moduli cerebrali, noti come sistemi motivazionali, che guidano il nostro comportamento, le nostre emozioni e i nostri pensieri nella direzione delle relazioni.
Tuttavia, viviamo in una società che spesso enfatizza l'indipendenza e la capacità di "farcela da soli", come se l'altro fosse una minaccia per il nostro benessere anziché qualcuno in grado di arricchire la nostra vita e aumentare le nostre risorse. È fondamentale comprendere la differenza tra la possibilità di instaurare relazioni appaganti e la dipendenza eccessiva. Entrambi gli estremi possono allontanarci dalla ricchezza e dalla complessità delle esperienze di vita. Mentre è importante imparare a stare da soli e ad autoregolare le nostre emozioni, è altrettanto essenziale poter stabilire legami significativi.
La solitudine e l'isolamento emotivo prolungati possono essere fonte di stress sia fisico che psicologico. Noi umani non siamo destinati a vivere senza alcun tipo di contatto sociale.
Lockdown, fase due, isolamento e solitudine
La pandemia e i periodi di lockdown e isolamento hanno rappresentato una sfida per molti di noi. La maggior parte delle persone ha trascorso lunghi periodi di tempo a casa, riducendo al minimo i contatti sociali, spesso limitati alle persone con cui vivevano. Alcuni si sono trovati addirittura completamente soli, confinati tra le quattro pareti delle proprie abitazioni.
Questa situazione di isolamento "forzato" ha risvegliato in molti di noi sensazioni di solitudine, e anche ora, nonostante le nuove modalità di interazione, può capitare che questa sensazione persista e ci accompagni ancora.
È importante anzitutto distinguere tra solitudine e isolamento emotivo.
La solitudine si riferisce a una condizione soggettiva in cui una persona sperimenta una sensazione di isolamento e mancanza di connessione sociale. Può essere vissuta anche quando si è circondati da altre persone, ma si avverte una mancanza di connessione autentica e significativa con gli altri. La solitudine può manifestarsi quando ci si sente disconnessi, non compresi o non accettati dagli altri. Può verificarsi in situazioni in cui ci si sente emarginati o isolati socialmente, o anche quando si attraversano periodi di cambiamento o perdita significativa nella propria vita.
D'altra parte, l'isolamento emotivo si riferisce a un'esperienza in cui una persona si sente emotivamente distante o separata dagli altri. Può verificarsi anche quando si è fisicamente presenti in situazioni sociali, ma si ha difficoltà a connettersi a livello emotivo. L'isolamento emotivo può derivare da traumi passati, problemi di fiducia, difficoltà nelle relazioni interpersonali o scarsa abilità comunicative. Può portare a una mancanza di intimità e di scambio emotivo profondo con gli altri.
È possibile sperimentare sia la solitudine che l'isolamento emotivo contemporaneamente o in momenti diversi della propria vita. Entrambe le esperienze possono avere un impatto significativo sul benessere emotivo e psicologico di una persona. Tuttavia, è importante sottolineare che la solitudine e l'isolamento emotivo sono esperienze che possono essere superate con il sostegno adeguato.
Il counseling può essere un valido strumento per affrontare sia la solitudine che l'isolamento emotivo.
Un counselor può fornire un ambiente sicuro e accogliente in cui esplorare i sentimenti di solitudine e isolamento emotivo, identificare i fattori che contribuiscono a tali esperienze e sviluppare strategie per migliorare le relazioni e la connessione con gli altri. Attraverso il counseling, si può imparare a costruire relazioni più significative, sviluppare abilità di comunicazione efficaci e affrontare i traumi o le esperienze passate che possono influenzare la capacità di connettersi emotivamente con gli altri.
È importante ricordare che la solitudine e l'isolamento emotivo non sono qualcosa di innato o immutabile, ma esperienze che possono essere affrontate e superate con il sostegno e l'impegno appropriati.